Un motivo per cui mi piacciono particolarmente le serie televisive è perché a differenza dei film hanno la possibilità di raccontare meglio le storie ma soprattutto i personaggi che le vivono. Un po’ come fa la letteratura, ad esempio. Sarà per questo motivo che molti le associano a vecchi romanzi che hanno formato generazioni. La seconda stagione di Gomorra è una di quelle che meglio racconta la storia e i suoi protagonisti.
Il figlio del boss e l’indecenza di cui la Rai a volte si avvale
Il figlio del boss anziché emigrare verso altri pianeti decide di scrivere un libro sulla sua “famiglia”, per far sapere al mondo che suo padre – oltre ad essere un mafioso assassino pluriergastolano -, era anche un buon padre che non gli ha mai fatto mancare niente.
Vinyl
Ad un certo punto della loro vita Mick Jagger e Martin Scorsese si sono seduti, a cena magari, e dopo diverse bottiglie di vino hanno deciso di fare un film, anzi no, meglio una serie tv «ché oggi quelle funzionano», ed ecco che nasce Vinyl, un nome perfetto, un racconto degli anni ’70, i gloriosi – e sporchissimi – anni del rock’n’roll, della droga, del mondo che cambia più in fretta dei protagonisti.
ImPerfetti sconosciuti
Ho provato a scrivere qualcosa sul nuovo film di Paolo Genovese facendo attenzione agli spoiler, ma è impossibile: non si può parlare di Perfetti Sconosciuti senza anticipare qualcosa. Così avverto: d’ora in poi questo post conterrà spoiler, se non avete ancora visto il film e vogliate farlo senza anticipazioni, essendo a conoscenza del minimo indispensabile, non cliccate su continua, in caso contrario cliccate e ditemi cosa ne pensate su uno dei film più belli usciti recentemente al cinema.
Tipi esistenziali
«Esiste una differenza tra un mondo teorico di stronzate filosofiche e la vita vera…», dice ad un certo punto Abe Lucas al suo gruppo di studenti del collage. Abe Lucas ha la faccia di Joaquin Phoenix (che si è appesantito parecchio per interpretare il ruolo), ed è il protagonista del nuovo film di Woody Allen: un insegnante di filosofia, cinico, depresso, alcolizzato, che non riesce più a scrivere e si punta una pistola alla testa facendosi una bella roulette russa davanti a degli adolescenti.
In Irrational Man c’è ironia, ritmo, una bellissima colonna sonora, ci sono gli occhi grandi di Emma Stone (di nuovo), ma c’è anche un poco del recente Woody Allen: quello ripetitivo. L’insegnante apatico e tormentato che si infatua della sua studentessa è un soggetto troppo banale, pur scritto dal genio. I cliché aleggiano nell’aria, la storia convince a tratti, pur poggiandosi su delle solide basi filosofiche. La regia è calda, solare, bella da vedere. Il film è ambientato in un campus universitario.
L’esistenzialismo è l’elemento principale del film, elemento che caratterizza gli ultimi lavori del maestro, che dirige ormai col pilota automatico. Gli attori sono bravi e credibili. I tempi di To Rome With Love sono lontani, come però sono lontani anche quelli di Midnight in Paris, ultima opera recente degna di stare nell’olimpo di Woody. Se siete suoi fan, adulatori, discepoli, vederlo non vi deluderà, la sua firma stilistica appagherà anche quelle piccole sfumature ripetitive e insoddisfacenti.