L’altra sera ho visto The minimalist: un documentario che sottolinea le virtù del minimalismo tramite interviste a persone che rifiutano l’ideale americano del consumismo come fonte di felicità. I protagonisti sono due ragazzi, Joshua Fields Millburn e Ryan Nicodemus, che hanno abbandonato la loro vita precedente per una vita più semplice fatta di cose essenziali. No, non si sono privati di tutto: continuano ad avere un cellulare, internet ecc. È molto interessante, lo trovate su Netflix.
Chiamami col tuo nome
Sono quel tipo di matto che quando legge un libro o guarda un film che gli piace ne immagina una conversazione con l’autore: ho fatto così dopo aver visto Chiamami Col Tuo Nome e l’ho scritta per Quarta Copertina.
In Guerra Per Amore della storia
Solo per aver pensato di appoggiare Erice sopra la Scala dei Turchi In Guerra Per Amore merita di essere visto.
Altissime rocce bianche costeggiate da acque azzurre e cristalline che le cartine geografiche mostrano distanti da quello che è uno dei borghi più belli d’Italia. Ma il cinema è anche e soprattutto fantasia, quindi prendiamo due estremità della Sicilia e mettiamole a fare l’una le fondamenta dell’altra: ecco che esce fuori Crisafullo, paese siculo in rappresentanza della Sicilia della seconda guerra mondiale, quella delle bombe, dei fascisti, ma soprattutto dello sbarco americano in Europa.
Come cambio il modo di stare su Internet dopo Black Mirror
Nosedive, il primo episodio della terza serie di Black Mirror è terrificante.
Immaginate un futuro non troppo lontano dove le persone vanno in giro con solo auto elettriche e che si vestono come negli anni sessanta. Immaginate anche che il cellulare oltre a uno strumento di comunicazione e un telecomando della quotidianità sia anche un’arma con cui giudichiamo ogni singola persona che ci passa davanti.
In Café Society la rara bellezza
«La vita è una commedia scritta da un sadico che fa il commediografo».
Datemi un cinema di soli anni trenta, datemelo adesso.
Quando ho visto le prime immagini di Café Society, il 47esimo film di Woody Allen, dentro di me ho come fatto un urlo di gioia: qualcosa mi diceva che stavolta il buon vecchio Woody sarebbe stato il buon vecchio Woody, che aveva realizzato un film non soltanto bello fuori, e ho avuto ragione.