Non ero mai stato a Bologna. Né in Emilia Romagna in generale. A parte di passaggio. Una volta con un amico ci siamo fermati in un autogrill nei pressi di Campogalliano. Siamo rimasti il tempo di un caffè e le prime tre pagine della Gazzetta dello Sport. Credo fosse il 2007. Avevo vent’anni.
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Quarta Copertina è online
Dopo un breve conto alla rovescia iniziato lo scorso 6 gennaio, Quarta Copertina è realtà. Lo era anche prima a dire il vero, con prima intendo nei mesi scorsi, quando mi è balenata in mente la pazza idea di creare un progetto editoriale, con l’aiuto di alcuni talentuosi amici dotati di passione per l’informazione e la condivisione di idee.
Forza d’animo
La signora Vincenza davanti a me dice che la radiografia è per la spalla e non per la schiena. Lo urla alla tipa dell’accettazione che fa un cenno come a dire “ho capito, sì” e sbuffando le porge un foglio da firmare. Vincenza ha i capelli grigi, ed è un po’ curva su se stessa. Si tiene in piedi con l’aiuto di un bastone. Con il suo tono di voce alto e un po’ rotto chiede se gentilmente gli si può indicare dove mettere la firma perché non ha gli occhiali con sé. In realtà gli occhiali li porta, «ma sono quelli da lontano», dice. Nel frattempo che Vincenza si appresta a firmare il foglio la tipa dell’accettazione mi lancia un’occhiata come a dire “abbia pazienza”, io alzo su le spalle e faccio un sorriso, anche perché io la pazienza ce l’ho.
Tutti esperti, tutti idioti
Una delle poche cose sensate (e pacate) che ho letto riguardo ai terribili fatti accaduti in Francia in questi giorni, e che mi sento di condividere in tutto:
Di tutto il cumulo di emozioni timori e tristezze scatenate dagli eventi tragici di Parigi di questi giorni due cose vorrei appuntare qui. Riguardano la varia umanità che simili eventi scoperchiano.
Perché da noi in Occidente, ma specialmente qui in Italia, e poi su Twitter, e anche su certi giornali diretti da emeriti imbecilli, oppure al bancone del bar, e nelle fabbriche (se esistessero ancora), di eventi del genere, quando accadono, è impossibile non parlare.
E infatti se ne parla. E mentre se ne parla i più onesti fra noi si renderanno conto che stanno fischiettando cose complicate di cui in fondo non sanno granché (e quindi magari qualche cautela, insomma, finiranno per usarla) mentre molti altri, quelli che le sparano sempre grosse, quelli che vanno in TV o compongono i titoli dei giornali o scrivono i pensosi editoriali, approfitteranno della vasta ignoranza generale (anche fra le poche persone variamente appassionate di informazione) per parlarci di loro stessi o per piegare i complicati fatti del mondo ai loro semplici piccoli interessi. Bianco, nero. Alto, basso.
Possiamo scherzare con la politica e il calcio, con Renzi o Grillo, perfino sul Papa telefonista o sul Presidente novantenne, ma per sparare cazzate a caso sull’Islam o su Maometto, sull’ebraismo e le Crociate, sui rapporti fra ideologie e religioni o sulle derive dei totalitarismi, di faccia tosta ce ne vuole parecchia in più. Anzi, mi correggo; serve una faccia come il culo per andare in giro a raccontare quattro banalità disinformate a margine di eventi drammatici e violenti giusto nel momento in cui la libertà di tutti noi è in pericolo.
Bene. Queste facce da culo noi in Italia le abbiamo. Servono eventi drammatici per ricordarci che l’automatismo narcisista del cretino resta sempre uguale sia che si stia parlando del gol annullato dall’arbitro venduto o della fine dell’umanità.
I poeti laureati dell’esagerazione mediatica sottolineano poi – con un po’ di fatalistico fastidio – come ormai troppa gente abbia su Internet un misero palchetto dal quale applicarsi nella loro medesima arte. Siamo sensibil alle cazzate altrui ma anestetizzati alle nostre e questo forse complica le cose. Ma non le complica a sufficienza per impedirci di capire che la TV, le radio e i media italiani in genere, sono pericolosamente invasi da una marea di chiassosi incompetenti. Lo sono sempre, anche quando dissertano del gol fantasma del Sassuolo ma si mostrano in tutta la loro straripante pericolosità in giornate come queste. E nemmeno si accorgono – i maledetti idioti – che stanno giocando col fuoco.
Massimo Mantellini (via ManteBlog)
Quarta Copertina
Sono andato a rivedermi i primi post degli anni passati e non ho trovato nessuna idea su cosa scrivere. Potevo scrivere di quello che ho fatto dall’ultimo post, ma meglio di no poiché di tempo ne è passato molto e di cose ne ho fatte. Potrei fare uno di quei post sui buoni propositi per l’anno nuovo ma sia mai. Potrei scrivere della quantità di cibo che ho mangiato durante le feste, di quanti dolci, ma sono sicuro che la maggior parte di voi ha iniziato la dieta e qui diventerebbe il deserto. Potrei scriverei dei tanti baci che ho ricevuto, o dei «rallenta che devo fare una foto al mare», delle ore piccole, o dei caffè che le portavo per svegliarla che mi facevano sentire quello perfetto, o dei sette euro vinti a carte per la prima volta in vita mia, ma no.
E quindi? Quindi parlo di una cosa non ancora avvenuta e che avverrà in un futuro non troppo lontano: Quarta Copertina.