Sto scrivendo queste parole in viaggio. Sono su un pullman.
Alla mia sinistra c’è il mare, alla destra le montagne. È la costa siciliana. Uno dei posti più belli del pianeta.
Mi sembra di rivivere il film della mia vita.
Quando ero piccolo facevo spesso la tratta Palermo Messina, in treno o in macchina. È uno dei momenti più belli della mia infanzia. Abbassavo il finestrino fino a metà [Continua a leggere…]
Archivi per Settembre 2013
Il tempo di un sorriso è online: in ebook e cartaceo
Doveva uscire venerdì prossimo, ma i tempo di pubblicazione si sono ridotti quindi eccolo qui.
I commenti sui primi due capitoli estratti mi hanno emozionato. Non mi aspettavo così tanto interesse. Grazie. Ora però viene il bello.
Il tempo di un sorriso è disponibile in e-book (€ 1,99) e in cartaceo (€ 10,39).
Le prime pagine di Il tempo di un sorriso
Qui ci sono i primi due capitoli del mio libro che uscirà venerdì. Mi auguro vi invoglino a leggerlo.
Una settimana, più o meno
Manca poco. Una settimana, più o meno.
Mi ero promesso di non rileggerlo più, ma non resisto. Ogni tanto l’occhio cade su quelle parole. Ho il terrore che qualcosa non vada, che non piaccia. Mi hanno detto che è normale.
Ieri ho scritto un post per fare quello che non vuole parlarne sempre. Ma io in questi giorni non faccio che pensarci. Mi sforzo nel fare quello snob, ma non ci riesco. Ho letto anche che non va bene stressare “i lettori”. Ché io vi stresso? No perché potete e dovete dirmelo nel caso, eh.
Comunque questo è un post da moleskine, non è una marketta, non è un bel niente.
Era per dire che io sono qui, a leggervi, a scrivervi. In attesa, come voi. Poi da venerdì prossimo sparirò, forse.
Si cresce, sportivamente parlando
Odio gli avverbi di modo. Li trovo troppo avverbi. Mi fanno venire in mente Cetto La Qualunque e la mia vecchia professoressa di lettere che un giorno ci impose di fare un tema limitando al massimo gli avverbi di modo. Avevo tipo quindici anni ed è stato uno dei temi più difficili, perché per un siciliano non usare l’avverbio è come per un americano non indossare la maglia della salute.
Comunque – a parte il titolo – gli avverbi in questo post non c’entrano niente. Era solo così per dire, per iniziare a parlare di calcio entrando dal retro con le scarpe in mano per non fare rumore.
Di calcio, sì. Ché lo sapete che non mi piace parlare di calcio da queste parti, non perché non ne abbia voglia anzi, ma perché non voglio che questo posto diventi un tavolino quattro sedie e un’insegna con su scritto: il bar dello sport.
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