L’altro giorno ho reagito male ad una notizia. Poi questa notizia si è rivelata una non-notizia perché banale equivoco e quindi è tutto rientrato: sospiro di sollievo e battiti tornati normali. Qualche ora dopo ci sono tornato a mente fredda mentre mangiavo dei biscotti al cioccolato. Fissavo il vuoto e mangiavo e pensavo e ripensavo alla non-notizia e alla mia reazione. È stata una brutta reazione e mi sono vergognato molto di me stesso. Non avrei mai pensato di reagire in quel modo, mostrando quel panico e non comportandomi da uomo prossimo ai trent’anni. E allora ripenso a tutte quelle volte che ci crediamo migliori di qualcun altro e invece no, non lo siamo prima che un qualche biscotto ce lo faccia notare.
«Il promontorio più bello del mondo»
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«Monte Pellegrino, il promontorio più bello del mondo».
Johann Wolfgang von Goethe
Resistenza, il disco nuovo di Neffa
Nella copertina del nuovo disco di Neffa ci sono delle lampadine. Cinque lampadine di cui si intravede l’interno. Le lampadine vengono rappresentate da un disegno, sotto di esso c’è una busta di cui probabilmente questo foglio è il contenuto. Il disco si chiama Resistenza.
La resistenza è anche un’importante componente dei circuiti elettrici. Una lampada da 40 watt per esempio assorbe una corrente inferiore rispetto a una lampada da 100 watt. Poiché la tensione è sempre 230 volt, quella che cambia è la resistenza che la lampada offre al passaggio di corrente: una lampada da 100 watt offre meno resistenza rispetto a una lampada da 40 watt. Il simbolo della resistenza è simile a un elettrocardiogramma.
Il Giovane Montalbano
Senza particolari entusiasmi mi sento di dire che Michele Riondino nei panni de Il Giovane Montalbano è superbo. Dalla prima all’ultima scena. Da quando ha la testa appoggiata al volante di una Fiat Tipo sino alla scena finale fatta di mezzi sguardi e mezze parole dette in un siciliano intimo, come se fosse la lingua che parlava da ragazzino. Riondino è giusto, è nel ruolo, è il personaggio. Ha la camminata, la talìata, la smorfia. Senza apparire mai una macchietta. Guardandolo non pensi al Montalbano di Zingaretti, ma semmai a Camilleri, alla penna da dove è iniziato tutto. Riondino è la faccia di quella penna, di quei pensieri, senza esagerare, senza teatralità, o meglio dire con la teatralità intrìnseca del personaggio, portandoci a immaginare che possa essere realmente lui il punto di partenza.
Ritorni e inizi difficili
Le vacanze sono finite, settembre è alle porte e si ritorna a poggiare i piedi sull’asfalto ancora bollente della città. Io ho poggiato le dita sulla tastiera del computer per scrivere una cosa per Quarta Copertina sull’inizio di campionato difficile della Juventus. Siccome so che a qualcuno da queste parti può interessare giro il link.