Sono già tre anni che ogni settimana scrivo fesserie in una newsletter che ho chiamato Telegramma. Con alti e bassi, caldo e freddo, qualche pausa. Ho pensato di cambiare un po’ il format e scrivere più argomenti in un solo telegramma, magari condividendo link di notizie, immagini e altre cose che ritengo utili e interessanti.
Quindi ho cambiato una vocale al nome con l’augurio che il risultato non cambi. Prometto di non dilungarmi ché già il mondo è difficile di suo.
Inizio però con scriverti di un argomento serio. Una notizia che forse non hai letto altrove. Una di quelle che mio nonno avrebbe letto di domenica ad alta voce per farla sentire a tutti. Perché seppure non riguarda noi, le notizie che parlano di lavoro toccano la vita di tutti.
Un’azienda, in Sicilia, ha licenziato 55 persone. Un’azienda che si occupa di moda e che nell’ultimo anno ha fatturato più di cento milioni di euro.
Eppure, a parte qualche trafiletto in giornali locali, non ho letto tale notizia da nessun’altra parte. Nessun telegiornale nazionale. Nessuna mobilitazione. Nessuno che si indigna per l’ennesima azienda che chiude in Italia per essere geolocalizzata all’estero, perché è proprio quello che avverrà.
Questa cosa che la Sicilia è destinata ad essere solo la vacanza di chi non ci vive mi fa incazzare non poco.
In Europa i lavoratori di Amazon stanno scioperando per i giorni del Black Friday. “Make Amazon Pay” è lo slogan scelto. Ne approfitto per urlare una cosa di cui vado fiero: “non ho l’abbonamento a Prime!”
L’altra notte ho sognato di incontrare il vescovo di Trapani. Non ti ho mai raccontato che da quando vivo nella città del vento ho incrociato il vescovo almeno un paio di volte. La prima volta abbiamo condiviso un aereo di poche persone. La seconda volta – la più recente – sono entrato in quello che è il suo appartamento, mentre lui leggeva nella sua cappella privata, salutandolo con un pacato e modesto “buonasera”. In sogno l’incontro è stato amichevole, una vera e propria conversazione tra due persone che condividono la passione per la letteratura.
A tal proposito, ieri leggevo questo bellissimo racconto di Patricia Lockwood, scrittrice statunitense. Patricia ha raccontato di quando la scorsa estate è stata invitata ad incontrare il Papa. Lei scrive benissimo ed è anche divertente.
Recentemente, il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid, ha imposto ai visitatori di fotografare la sua opera più importante: La famosa opera Guernica di Pablo Picasso. Si tratta dell’opera più famosa del museo e probabilmente la più toccante di tutta la produzione artistica di Picasso.
Questa notizia ha innescato un interessante dibattito sul diritto di fotografare l’arte concesso ai visitatori all’interno dei musei.
Da gennaio per entrare a Venezia bisognerà pagare 5 euro. Secondo Simone Venturini, assessore al Turismo, l’obiettivo è ridurre il numero di turisti giornalieri per «garantire ai residenti una qualità della vita migliore». Sembra il plot di un episodio di Black Mirror, dove per entrare e uscire da una città devi pagare e identificarti.
Le ultime parole di questo telegramma le vorrei dedicare a Giulia Cecchettin, rimandandoti ad un dei pochissimi articoli che vale la pena leggere riguardo a questa terribile vicenda. Le trovi qui.
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