Dopo più di sei mesi la temperatura in Sicilia è scesa poco sotto i venti gradi e la gente ha preso il colbacco e gli stivali dall’armadio.
Con la ventata di aria fresca è arrivata Yolanda, una ragazza di Shanghai con una carica di vita che stordisce. “È la mia prima volta in Italia”, mi ha detto dopo essersi presentata. Poiché il mio inglese lascerebbe di stucco anche Federico Rampini, sono stato incaricato a fare da ambasciatore.
Con un aspetto esile e solare, la carnagione eburnea e una curiosità invidiabile, Yolanda ha stregato chiunque la incrociasse. Osservava tutto con il massimo interesse, registrava parole in italiano che ripeteva perfettamente. Ad ogni passaggio in radio del nuovo singolo di Calcutta iniziava a ballare: “Oh 2 minutes! It’s my song!”
Aveva con sé un bagaglio culturale in cui ci stavano inglese e spagnolo, economia e letteratura, una Panasonic con cui fotografava ogni centimetro che attirasse la sua attenzione. Yolanda in una settimana mi ha offerto il suo entusiasmo e una gran voglia di fare e vedere cose.
Ha apprezzato luoghi, cibo, idee. Uno scambio che mi ricordato che la vita può – e deve – essere afferrata e vissuta con calma e semplicità.
Ho un’amica in più.