Sono giorni che ascolto il disco nuovo di Calcutta. Si chiama Relax. È un bel titolo, per un disco. Una parola che usiamo poco, ormai lontana dalle nostre abitudini, perché noi tutti in questi tempi furiosi temiamo di rilassarci. Invece dovremmo avere il coraggio di fermarci, andare piano, guardare intorno a noi oppure chiudere gli occhi e ascoltare.
Calcutta mantiene il suo modo leggero di dire le cose. Anche forti. Ha il tono di chi resta fuori dai locali pieni di stronzi.
È assai bello, il disco. È personale, tangibile, fisico, toccabile, sfiorabile, concreto, quotidiano, non troppo contento, non troppo malinconico. Un disco che aspira ai sentimenti.
Calcutta ci ricorda che dobbiamo essere più buoni, che non dobbiamo avere paura, che dobbiamo sceglierci le persone con cui stare.
“Ho messo le scarpe nuove per i giorni di fango
Fuori la rivoluzione ed io mi vesto di bianco.”