Un’abitudine presa nell’ultimo anno è quella di guardare il tempo che trascorro al cellulare. È un dato utile che può vedere chiunque. Capire quali attività prendono la maggior parte delle nostre giornate ci aiuta a migliorare la qualità del tempo che potremmo dedicare a cose ben più importanti.
Ci sono molti suggerimenti su come ridurre il tempo che trascorriamo connessi, dal più drastico “disinstalla le app dei social” a quello che trovo più realizzabile: “disattiva le notifiche”.
Disattivare le notifiche è una pratica comune che non ti costringe a guardare il telefono anche quando non squilla, ma capisco che sarebbe poco accettata dal mondo che ci circonda, perché ci si sente autorizzati a dover rispondere immediatamente all’arrivo di un messaggio o una mail mentre il diritto di non-rispondere (subito) è sacrosanto.
Sarà che i social sono il concentrato di voyeurismo ed esibizionismo – i due più grandi vizi del ventesimo secolo – e sarà che l’intrattenimento è ormai prerogativa, ma il punto della questione non è la noia quanto l’imparare di nuovo a stare da soli e senza essere multitasking.
Condivido le parole della piscologa Chiara Maiuri, esperta in giovani adulti e disturbi d’ansia: «Non ci rendiamo conto spesso di quante volte interrompiamo le attività per rispondere ad un messaggio, o per guardare i social: si perde il bello di dedicarsi completamente ad un’attività, anche semplice, come il cucinare, leggere un libro o guardare un film. Da un punto di vista psicologico, il fatto di stare completamente connessi ai social ti toglie la possibilità di concentrarti sul qui ed ora che invece è fondamentale per mantenere una buona salute psicologica».
Il nuovo lusso è essere offline. So che detto da me, che per lavoro passo le giornate a creare cose per internet può sembrare un controsenso, ma è proprio perché conosco il mezzo che esterno un approccio più consapevole al consumo digitale. Connessi sì, ma in maniera più sana e secondo i propri termini, senza sentirsi obbligati all’iper-connessione. Ho scritto queste righe dopo essere andato in campagna a trascorrere il mio tempo tra gli ulivi. È stato lento e faticoso. È stato bellissimo.
Questo post è tratto da Telegramma, la mia newsletter.