«Non voglio essere solo una fotografa, ma una donna che fa cose».
È stato bello in questi giorni leggere aneddoti e racconti su Letizia Battaglia. Giornali e social per poche ore hanno ricordato una persona che aveva un grande talento artistico e una sensibilità fuori dal comune.
In tanti hanno associato la sua immagine alla parola mafia, eppure Letizia Battaglia non è stata solo la donna che per anni ha fotografato morti ammazzati, la palermitana che negli anni ottanta girava con le tasche piene di rullini.
Letizia Battaglia era un’entusiasta, una donna desiderosa di vivere il presente e guardare al futuro. Era convinta che la sua città fosse entrata in una nuova dimensione, lontana da quella guerra fotografata in bianco e nero. Aveva voglia di raccontarsi, andando sempre più in profondità: «Io sono una persona, non sono una fotografa. Sono una persona che fotografa, che ha fatto volontariato psichiatrico, che ha fatto teatro, che ha avuto l’amore, che l’ha dato, che ha avuto tre figli». Ecco perché, se c’è stata un’icona in tutta questa vita così vissuta, non è stata una fotografia, è stata Letizia Battaglia.