Era un pomeriggio di agosto, mi trovavo a Marausa, in una delle spiagge trapanesi che preferisco, a pochi metri da me c’era la scrittrice Stefania Auci.
Proprio in quei giorni avevo iniziato a leggere il suo ultimo romanzo, L’inverno dei Leoni, che avevo con me. Una piacevole coincidenza.
Naturalmente non l’ho importunata in un momento di intimità, non sono quel tipo di persona. Inoltre non avevo ancora terminato il libro e non mi sembrava il momento giusto per parlarne.
Oggi invece, dopo oltre un mese di lettura e ascolto, semmai la incrociassi in quella spiaggia dov’è possibile toccare le Egadi, le direi…
Ciao Stefania, vorrei ringraziarti per aver raccontato la storia di una famiglia che ha fatto grande la nostra terra, quella famiglia che ha provato a migliorare la propria vita e quella degli altri portando innovazione, lavoro e cultura in una Sicilia povera e affamata. Inoltre non ti sei limitata a raccontare cosa sono stati i Florio, imprenditori e personaggi di opere e fallimenti, hai messo le mani e il cuore dentro una famiglia dilaniata dal dolore, dove i dispiaceri hanno superato le gioie. Hai raccontato l’umanità, hai trascorso con loro intere stagioni e hai tirato fuori un grande romanzo, un altro.
Ora però basta parlare, godiamoci il mare e il tramonto, è quello che farebbero i leoni.