Anni novanta. Estate, Sicilia, pomeriggio.
Ero sdraiato in quella che era stata la cameretta di mio padre, con la finestra aperta e il canto delle cicale che non ti fa dormire ma ti fa stare bene.
Nell’aria un profumo indefinito: limoni, prezzemolo, biscotti, mare. Ogni tanto sentivo il martello di mio nonno che sistemava la bicicletta in giardino. Poi ad un tratto, in quella pace che i miei sensi assoceranno per sempre alla stagione più calda, parte una canzone da una zona imprecisata, una melodia irresistibile da ballare, una voce familiare e piacevole.
Quel giorno, all’età di 7 anni, facevo la conoscenza di Franco Battiato e Cuccurucucù diventava la mia canzone dell’estate.
Questo post è tratto da Telegramma, la mia newsletter.