Da circa un mese scrivo un blog in inglese. Sono brevi post dal tempo di lettura di 1 minuto.
Ho iniziato a scrivere in inglese dopo che a gennaio di quest’anno ho ripreso a studiare la lingua. «La voglio conoscere bene», ho detto a Laura durante una cena, «non mi basta più conoscere due parole da mettere in fila, voglio approfondirla, voglio poter leggere il New Yorker e capire tutto».
Dunque ho scaricato Babbel ed ho acquistato un abbonamento di pochi mesi per iniziare. Babbel è un’app che mette a disposizione dei corsi di apprendimento di tutte le lingue straniere. L’app è fatta molto bene, i corsi sono tanti e sono creati da esperti in didattica. Loro sostengono che il 92% degli utenti migliora le proprie competenze in soli 2 mesi. Ad oggi posso affermare che è vero.
Per approfondire però al meglio la lingua inglese sono arrivato alla conclusione che studiarla e leggerla non mi era sufficiente. Dovevo scriverla.
Ho deciso quindi di adottare il metoto Jhumpa Lahiri.
Jhumpa Lahiri è una scrittrice americana di origini indiane. L’ho letta per la prima volta molti anni fa, curava una rubrica per la rivista Internazionale. Era il periodo in cui si era trasferita in Italia per lavoro e per imparare la lingua aveva iniziato a scriverla. Sembrava di leggere i temi di una bambina delle elementari: leggeri ed essenziali.
Trovavo quella rubrica bellissima. Con gli occhi e la sensibilità di eccellente scrittrice Jhumpa Lahiri ha raccontato l’Italia, gli italiani e Roma. Ha maneggiato con eleganza e tatto una lingua complessa. Nel 2015 ha pubblicato “In altre Parole” (edito da Guanda), la storia di un corteggiamento, una passione profonda: quella di una scrittrice per una lingua straniera.
“Per conoscere al meglio una cosa la devi toccare”, mi diceva mio nonno ancora prima che imparassi a leggere. Dunque ho deciso di toccare con mano le parole che imparo, provando a metterle nel verso giusto.
Il blog lo trovate qui.