Sto leggendo l’ultimo libro di Michele Serra che si intitola “Le cose che bruciano”. È un libro di poche pagine ma essendo io un bradipo nella lettura per finirlo sto impiegando lo stesso tempo che Serra ha impiegato per scriverlo.
Nel libro ad un certo punto Serra scrive “Abbiamo troppe cose, io e Maria. E in generale, checché se ne dica, abbiamo troppe cose tutti quanti”.
Considero Michele Serra un grande giornalista. Forse è il più bravo di tutti. Mi piace il suo modo semplice di scrivere e raccontare le cose ma ero un po’ scettico su questo suo lavoro, non mi intrigava il soggetto: pensavo fosse banale. In questo libro infatti c’è la storia di un uomo -Atilio – che ad un certo punto decide di passare la propria vita nella casa di campagna, isolandosi dalla città e dalla normale vita che faceva prima rivendicando libertà.
Durante questi ultimi giorni angoscianti, che stiamo vivendo tutti, ho pensato spesso alla libertà. Essere costretti a stare in casa, uscire solo per lavoro o per casi di estrema necessità. Niente più treni, aerei, concerti, passeggiate, incontri e abbracci con gli amici. Tutte cose che facevamo con normalità e a cui magari non davamo la giusta importanza.
Oggi un terribile mostro ci sta privando della cosa più cara, togliendoci quello che a noi fino a ieri sembrava dovuto. Eppure passavamo le giornata a litigare e fare gli stronzi sul togliere o no la libertà a donne e uomini che venivano nel nostro paese per una vita migliore.
Anche Attilio ne “Le cose che bruciano” ad un certo punto apprende di essere stato uno stronzo, e quella che poteva sembrare una storia retorica fino a una settimana fa si è rivelata una semplice verità: abbiamo troppe cose tutti quanti, vero è, e l’unica di cui dovremmo vantarci evitando che si bruci è la libertà, per noi e per gli altri.
Ce la riprenderemo. Torneremo liberi. E magari saremo tutti meno stronzi.