Della triste e incredibile vicenda che riguarda il sequestro di Gabriele Del Grande da parte delle autorità turche, mi sconvolge l’opinione espressa dalla maggior parte di fomentatori d’odio che passa il prezioso tempo a loro disposizione per sputare abominevoli idiozie su internet.
I commenti riguardo a Gabriele sono di una cattiveria inaudita, oltre che di un’ignoranza che tocca vette sempre più elevate.
Chi punta il dito contro l’ego del blogger-regista sequestrato; Chi si augura che il governo italiano non perda tempo e risorse per liberare un ragazzo che se l’è chiaramente andata a cercare; Chi esprime senza vergogna l’augurio che lo stato italiano non utilizzi risorse economiche – dunque tasse da lui pagate – per un capriccio passato da un ragazzo che gioca a fare l’eroe; Chi tira in ballo simpatie politiche; Chi ipotizza come Gabriele favorisca l’immigrazione clandestina.
Potrei continuare per ore ad elencare le parole-spazzatatura che ho letto da centinaia di uomini e donne che commentano su quotidiani e social network le notizie riguardanti Gabriele Del Grande, ricordandomi quanto in Italia ci sia una emergenza di radicalizzazione idiotica di matrice ignorantista.
Gabriele del Grande è un ragazzo italiano. Da anni gira il mondo con l’intenzione di raccontare la verità su luoghi di guerra, luoghi di degrado, luoghi in cui vige la dittatura. Ha scritto articoli, libri, realizzato un film. L’attività prinicipale di Gabriele è quella di denunciare le condizioni di vita dei migranti e lo fa soprattutto nel suo blog, Fortress Europe. Del Grande raccoglie, analizza e cataloga tutti gli eventi riguardanti le morti e naufragi dei migranti africani nel Mediterraneo che tentano di raggiungere l’Europa.
Dal 10 aprile è ingiustamente detenuto dalla Turchia dove si trovava per raccogliere informazioni per il suo nuovo libro. Dopo dieci giorni di silenzio è riuscito a parlare con un avvocato al quale non sono stati comunicati capi d’imputazione. La situazione ad oggi non sembra essere semplice, viste soprattutto le ampie restrizioni alla libertà di stampa adottate dal governo turco. Il presidente Erdogan e il suo governo sono stati accusati di voler trasformare la Turchia in uno stato autoritario: negli ultimi mesi in Turchia sono stati arrestati più di 100 giornalisti.
In risposta a tutti coloro che voltano le spalle alla libertà: #iostoconGabriele.