Di recente mi capita di ascoltare molti dischi italiani, è un periodo meraviglioso per la musica italiana, e mi entusiasmo. Entusiasmarsi per un disco è tra le cose che si fanno da ragazzini e che non vorrò perdere mai.
L’amore e la violenza è un titolo bellissimo. Uno di quei titoli che raccontano tutto e bene. Solo dei tipi come i Baustelle potevano pensare a un titolo del genere per un disco: «L’amore contiene sempre in sé una piccola dose di violenza. È un titolo che si adatta perfettamente ai Baustelle: i Baustelle sono L’amore e la violenza», ha detto Francesco Bianconi.
I Baustelle hanno fatto un disco colorato. Lo hanno ammesso pure loro aggiungendo che di solito ultimamente fanno dischi bianchi o neri con varianti di grigio piccione. Sono colori a tempera quelli de L’amore e la violenza, colori con la punta usurata che rendono tutto più vero, più vivo.
In una bellissima intervista rilasciata a Rockit i Baustelle hanno parlato di molti argomenti interessanti, tra cui la vita, che nel disco viene definita «tragica, stupida, ma bellissima».
«E’ importante rimanere vivi per fare un torto alla vita».
Un disco «oscenamente pop» che potrebbe essere cantato in gran parte da Battiato e che non teme di rivelare un certo grado di complessità, di musica che non si vergogna di esibire il proprio manifesto di libertà. Proprio il cantautore siciliano è stato tra i maggiori ispiratori di Bianconi: «Quella di Battiato è la prima musica che ho ascoltato con coscienza, nella mia infanzia. Quando uscì “La voce del padrone” avevo circa otto anni e mi colpì tantissimo. Andò in classifica e anche ad Abbadia di Montepulciano arrivò questo signore con codino, occhiali da sole, calze e sandali».
Quindici anni dopo “La Guerra è finita”, ascoltato da un pesante walkman sulle scale di una scuola, riascolto il nuovo album dei Baustelle da un leggero oggetto che contiene tutta la loro storia, con lo stesso entusiasmo. Probabilmente non è il loro disco migliore, sicuramente è un disco differente, godibile e con un’identità definita, privo della retorica politico-sociale che si trova in gran parte della musica leggera, ricco di micro-storie sincere ed eccellenti sonorità da ascoltare.