Da un anno a questa parte ogni volta che vedo un pedone in procinto di attraversare la strada mi fermo e lo faccio passare. Sempre. Che sia sulle strisce o no, ma soprattutto se è sulle strisce. Voi direte: «è una cosa normalissima, è un dovere civico-stradale». Giusto, ma non ditelo mai a un siciliano. (Nemmeno a me). È iniziato tutto in un’altra regione, dove – giustamente – pretendevano il diritto di attraversare la strada confidando nell’automobilista: per cui o mi adeguavo o sarei finito in galera.
Oggi una signora di mezza età, ferma e impaurita sul marciapiede una volta appurato che mi fossi fermato per farla attraversare mi ha spalancato incredula il suo enorme sorriso, (avia una vucca china ‘ri renti). Mi ha ringraziato sino a quando non è arrivata dall’altro lato della strada. Forse ho reso la sua giornata migliore, di sicuro lei ha reso migliore la mia.
Settimana scorsa quando Vecchioni ha detto quello che ha detto «la Sicilia è un’isola di merda», mi trovavo impegnato a stare alla larga da notizie e distrazioni simili. Ho sentito, letto e non ho commentato al contrario del popolo-del-uebbe. Qualche giorno dopo sono andato a rileggermi l’intera faccenda per farmi un’idea completa sulle parole dette dal noto cantautore, giusto per poter dire: «e vuoi pure dargli torto?». Il discorso di Vecchioni iniziava così: Arrivo dall’aeroporto, entro in città e praticamente ci sono 400 persone su 200 senza casco e in tutti i posti ci sono tre file di macchine in mezzo alla strada e si passa con fatica. Questo significa che tu non hai capito cos’è il senso dell’esistenza con gli altri. Non lo sai, non lo conosci. È inutile che ti mascheri dietro al fatto che hai il mare più bello del mondo. Non basta, sei un’isola di merda».