La differenza tra un giorno difficile e un giorno normale, apparentemente semplice, leggero, privo di complesse situazioni che ti calpestano l’umore, sta in una canzonetta che passa alla radio e che non canticchi, ma ascolti e basta.
Provi a fare quello forte, quello ne ha passate tante, che dà coraggio alle persone accanto, appoggiandogli una mano sulla spalla, accarezzandogli il volto con due dita, strappando loro un sorriso, una smorfia che fa sollievo. Poi torni in macchina, metti in moto, parte la radio e tu rimani in silenzio, ad ascoltare la musica che però non fermi, perché magari fosse semplice come una canzonetta.
L’altro giorno mio nonno, seduto in una scricchiolante sedia di una silenziosa sala d’attesa mi dice: «lo vedi, ora là dentro le canto una canzone, come quando da giovani litigavamo e dovevamo fare pace. Funzionava sempre».