Io Interstellar l’ho visto ieri. In un sabato sera di primavera quando fuori ci stava il tempo per una passeggiata a maniche corte in riva al mare. Tre ore di film. Mi sono messo di impegno, ho persino preso un caffè dopo cena pur di restare concentrato. Ricordo quando è uscito al cinema: gli elogi, le critiche, il premio Oscar per gli effetti speciali.
«Guarda che è bello». «È un po’ pesante». «È spettacolare, dall’inizio alla fine». «Il più bel film di fantascienza che abbia mai visto». «È un film di Nolan, lo dovrai rivedere almeno due volte per capirlo». Sono alcuni dei tanti commenti che ho sentito a riguardo prima di schiacciare play.
A caldo, dopo averlo visto attentamente, con il massimo impegno, provandone a capire il senso, le colte citazioni scientifiche, la missione, le tante riflessioni e i messaggi che il regista ha voluto mandare, vorrei (cercando di non fare spoiler) affacciarmi dal modesto balcone di casa mia e urlare alla galassia intera quanto questo film sia una cagata pazzesca.