Salvatore Giambelluca

Film belli, film da Oscar: Birdman

È un periodo che vedo solo film belli. Un po’ perché mi fido dei consigli e delle opinioni di chi li guarda prima di me, e un po’ perché ne vedo parecchi. Nel giro di un mese ne ho visti almeno quattro: American Sniper, Il nome del figlio, John Wick e Birdman. Per alcuni possono sembrare poco, ma se ci mettete in mezzo Fargo (la serie tv) e gli ultimi episodi di White Collar possono sembrare abbastanza. Ah, in mezzo sono anche andato a teatro: un Oscar per Ficarra e Picone, subito, grazie.

Di Il nome del figlio ne ho scritto due settimane fa su Quarta Copertina, una recensione stellinata su Twitter anche dalla regista, Archibugi, di un film italiano molto bello. Di John Wick non ho scritto niente perché dopo il film ero troppo eccitato da strattonare per giorni chiunque mi passasse davanti urlandogli: «devi vederlo! devi vederlo cazzo! è azione pura, è Keanu Reevs tra Matrix e Costantine». E poi poco fa ho visto Birdman, candidato a 9 premi oscar, tra cui: miglior film, miglior attore (Michael Keaton), miglior attore non protagonista (Edward Norton) e miglior sceneggiatura. Ne ho letto tanto prima di vederlo, ma sempre con superficialità, ingannato dal costume di uccello visto nelle locandine o nei frame. «Perché sono tutti così entusiasti dell’ennesimo film con un supereroe?», mi chiedevo. Invece poi no, in realtà l’uccello non c’entra niente, o c’entra tantissimo. (No spoiler).

In breve: Birdman racconta la storia di un attore hollywoodiano, Riggan, che ha raggiunto la popolarità con tre film da botteghino nei quali interpretava un supereroe, Birdman, che dopo vent’anni decide di dimostrare al mondo il proprio talento mettendo in scena a Broadway un suo adattamento (scritto, diretto e interpretato) dell’opera What We Talk About When We Talk About Love dell’autore Raymond Carver. Scritta così può sembrare l’ennesima storiella già raccontata centinaia di volte. Invece no: Birdman è molto più di quello che sembra, è un racconto pieno di contrasti, è il declino di una carriera, la speranza, i propri limiti, il ritrovare se stessi. Con un bellissimo montaggio e una tecnica di ripresa (girato tutto in falsa soggettiva) che ti tiene incollato dai primi agli ultimi secondi. Dialoghi e interpretazioni sopra le righe: Edward Norton strepitoso, persino Emma Stone sembra non essere solo bellissima. E poi c’è Brodway, i tunnel e gli stanzini che sanno di artisti, il che rende la fotografia perfetta.

Non so se Birdman vincerà l’Oscar, non ho visto tutti gli altri film in gara, ma è abbastanza elegante e bello da meritarlo.

Creo cose per internet, fotografo mari e monti, leggo e scrivo storie.