Salvatore Giambelluca

Ho scritto una canzone, ma non qui

La scorsa notte ho scritto una canzone. Mi trovavo in un enorme letto con affianco una finestra da cui riuscivo a vedere la spiaggia. Sentivo le onde, e scrivevo, in un biglietto simile a uno scontrino del carrefour. Forse era proprio uno scontrino. Avevo una penna blu. Una penna bic blu con poco inchiostro.
Il giorno dopo mi chiama un famoso cantante. Osservavo il cellulare ruotare lentamente sul comodino ma senza suonare e riesco a leggere il nome, senza gli occhiali. Io senza gli occhiali leggo solo i segnali stradali, ma solo se sono belli grandi. 

– Oh.
– Eh.
– Dormivi?
– Sì.
– A che punto sei con la canzone?
– A buon punto. Dopo te la mando.
– Grande! Fai in fretta. Oggi la incidiamo.
Mi alzo dal letto velocemente e prendo il foglietto che avevo al mio fianco e la rileggo. Era bella. Pensavo a come abbia potuto. Con questa vinciamo, mi dico. Poi sorridendo mi dirigo sotto la doccia e inizio a cantarla. Cercavo la melodia più giusta. Voglio molta chitarra, pensavo, anzi voglio le tastiere, sì una bella tastiera che apre e che chiude. Robe così.
Poi la doccia finisce e torno da qualche parte con davanti la canzone. Lo leggo due tre volte seduto con davanti una tazza di caffè. Faccio alcune correzioni e richiamo il cantante. Il telefono squillia… squilla e il sogno finisce. Sono di colpo tornato alla realtà, dove le canzoni non le scrivo, ché non saprei neanche da dove iniziare.

p.s. Il famoso cantante in questione è quello in alto. Giusto per farvi capire la fantasia di cui dispongo per aver potuto sognare una storia simile.

Creo cose per internet, fotografo mari e monti, leggo e scrivo storie.