Oggi sono andato a correre al parco dopo mesi.
Era il 2013. Tipo novembre. Poi ho avuto un problema fisico non grave che mi ha costretto a stare più di un mese fermo.
Camminavo. Camminavo e basta. Ho recuperato lentamente e per via dell’inverno e di un’offerta mi sono iscritto in palestra.
Non sono uno da pesi. Sono più per il naturale. Spesso guardo chi mi sta intorno e che con i pesi ci parla e mi sento una persona normale. Forse vado per questo, per sentirmi un po’ normale.
Ho un istruttore esigente, che però sembra anche lui uno quasi normale, a volte. Un pomeriggio ha visto che me ne stavo andando dopo circa quaranta minuti di solo tapis roulant e mi ha costretto a fare mezz’ora di pesi. «Se tu non sudi come una spugna da qui non te ne vai» mi ha detto.
Ebbene io sono uno che va in palestra per non rischiare di diventare più secco. Non sono secco-secco. Da adolescente lo ero. Alle superiori ho vissuto anni difficili. Ché non è mica vero che i bulli prendono di mira solo i ciccioni. Anche quelli che sembrano dei manichi di scopa, come lo ero io.
Oggi la situazione è leggermente diversa. In dieci anni ho preso qualcosa come dieci chili. Sono abbastanza alto da non sembrare basso o troppo alto, Lei – Lei – dice che sono a limite, giusto giusto, ché quelli sotto i 180 centimetri non sono i suoi tipi. E poi da quando vado in palestra mangio il triplo. Ho sempre fame. Il cibo è una cosa bellissima, e lo sto scoprendo a quasi trent’anni.
Lui – l’istruttore – dice che è una cosa normale e che dopo avermi studiato per mesi dice che sono uno di quei tipi che odiano tutti: quelli che mangiano mangiano ma non ingrassano. Esistono, sì. Dirlo ad alta voce non è buona cosa, dice Lei, ché la gente poi ci resta male. Tipo quelli che devono rinunciare al cibo per esigenze salutari, o ancora peggio chi deve poi mettersi il costume.
Tornando alla corsa al parco dopo mesi; è stato bellissimo. Lo avevo quasi dimenticato quanto. Mentre correvo senza il tappeto artificiale che scorre sotto i piedi mi sentivo anche un po’ coglione ad averci rinunciato per così tanto tempo. Però pazienza. Succede. Sono periodi. Periodi in cui senti il bisogno di fare, di non stare fermo. A stare fermi si rischia di diventare lenti e altezzosi. E io spero di non fermarmi mai.