Si intitola Manuale Distruzione il nuovo disco di Levante. Distruzione è senza apostrofo. Già questo fa capire che non è un tipo tanto convenzionale, Levante. In molti l’hanno conosciuta la scorsa estate, con Alfonso. La canzone invase le radio, come spesso accade nelle calde stagioni. Non si sapeva chi fosse, non si sapeva da dove fosse uscita. «Che vita di merda!» faceva una strofa. Per alcuni poteva sembrare un banale pezzo di quel periodo lì, per altri – pochi – l’inizio della carriera di un’artista di cui avremo sentito parlare. Il disco esce per INRI, etichetta indipendente fondata da Alberto Bianca (Linea 77).
Manuale Distruzione l’ho ascoltato in pullman, durante un viaggio di due ore circa. Al mio fianco non c’era nessuno, così ho potuto alzare il volume quanto basta per ascoltare un disco bene. Alcune – due – le ho skippate a metà, il resto l’ho ascoltato con attenzione. Claudia Lagona – si chiama così Levante – è una cantautrice. Le cantautrice sono piene di fascino. La copertina dell’album lo è senz’altro. Ritrae lei con un abito da sposa con alle spalle un muro scrostato. Bella, la copertina, e anche lei. Levante è nata a Caltagirone, in provincia di Catania, ma è torinese di adozione.
Mentre il disco andava ed io dal finestrino osservavo il mare piatto e azzurro, ho avuto la percezione che le parole e la musica di Levante fossero perfetti per questo viaggio. Mi sembra che abbiano qualcosa in più dei sempliciotti album che affollano gli scaffali dei centri commerciali in questi ultimi anni. È un disco sincero, ironico e ricco di personalità. Seppure non cerchi mai di andare oltre per apparire migliore degli altri, ed è proprio una delle cose che più ho apprezzato. Dodici brani di cui almeno la metà potrebbero tranquillamente affollare le radio per anni. Alfonso, Memo, Sbadiglio sono alcuni degli esempi con un mid-tempo solare e coinvolgente. Ma non mancano altri pezzi più introspettivi, come Tu non stai bene, brano con cui si apre il disco, o Come quando fuori piove e Nuvola dove gli arrangiamenti sono più minimali.
Manuale Distruzione è un buon disco. Un timido raggio di sole in un cielo affollato da nuvoloni. Un buon album di debutto, dove Levante ne esce fuori con stile, e con quella voce tra il dolce e l’incazzata che parla anche un po’ per noi, giovani non giovani tra sentimenti spezzati e bocconi amari.
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