Volevo scrivere una cosa triste. In realtà non proprio triste. Amara, diciamo. Ma poi ho preferito di no, ché io mica sono Lana Del Rey. Dopo tre righe ho cancellato tutto, perché non è il momento di essere tristi, amareggiati, incazzati. Non dovrebbe esserlo mai. Dovrebbe essere sempre primavera inoltrata, con le giornate lunghe e il sole leggero che riscalda le braccia e il petto. Invece è quasi inverno. Sta arrivando l’ultima stagione, o la prima? Dipende da dove la guardi. Le chiamano prospettive. E’ stato un autunno difficile, di quelli che sembrano non finire mai. La strada in salita, tortuosa, piena di buche. Quelle stagioni che ti allargano le spalle, e che ti fanno assaporare meglio le cose semplici, quelle vere; tipo i primi risultati delle vendite del mio libro. Non numeri alla Fabio Volo, ma numeri che danno la forza di continuare quella strada lunga e in salita.
p.s. La foto non c’entra molto con quello che ho scritto, o forse sì, ma l’ho trovata in Rete e mi è piaciuta. Un po’ come la canzone sotto.
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