Ricordo come fosse ieri la sera in cui Cristiano Ronaldo ha saltato da terra 1.41 metri raggiungendo l’altezza massima di 2.38 metri per calciare il pallone in rovesciata e battere Buffon. Stavo guardando una partita di Champions League della squadra per cui faccio il tifo da bambino: la Juventus.
Ricordo che allargai le braccia come a dire: «non è possibile, contro uno così non si può giocare, non vale». Mi sentivo come un bambino impotente che si scontra contro un bambino più grosso e forte di lui. Quella rovesciata, quel gol, rappresentava bene il dipinto di cosa era – ed è – quel calciatore portoghese e la squadra di cui faceva parte, e rappresentava altrettanto bene quello che eravamo noi Juventus: un bambino che per quanto voglioso e talentuoso non era ancora pronto per competere contro un bambino voglioso e talentuoso e più forte di tutti gli altri.
Rimasi impassibile. Forse bofonchiai qualcosa. Di certo non applaudii, non perché quel gesto non lo meritasse, ma perché non ne avevo le forze, quel tizio aveva appena ucciso le poche speranze che avevamo di vincere LA COPPA, ho preferito rimanere fermo e osservare lo Stadium bianconero alzarsi in piedi e battere le mani come se quel gol lo avesse fatto uno di noi. È stato bello. Anzi è stato bellissimo. Non credevo fosse possibile manifestare così tanta sportività quando dentro stai provando uno stato di malessere. Eppure è successo. E Cristiano Ronaldo li ha sentiti, li ha visti tutti i tifosi di quello Stadium che lo applaudivano, e ha ringraziato mettendosi una mano sul cuore.
Io non lo so se quell’applauso ha contribuito a convincere Cristiano Ronaldo a scegliere la Juventus e i suoi tifosi come la sua nuova casa, qualcuno mi dirà che c’entrano altri cento venti milioni di motivi (che il bambino più forte di tutti poteva trovare anche altrove, sia chiaro), ma mi piace pensarlo. E mi piace pensare che il bambino più invidiato e fischiato dagli avversari abbia scelto la sfida più grossa: aiutare quel bambino voglioso e talentuoso che lui si divertiva a battere a diventare più forte.
https://youtu.be/a7I9fOwOrc4
P.S. Grazie alla Juventus, a chi mi ha trasmesso la passione per amarla e farmi sentire ogni tanto un bambino il giorno di Natale, e grazie a tutti i tifosi juventini che quella sera hanno applaudito al posto mio.