Dieci anni fa oggi aprivo una nuova finestra nella mia vita. Ricordo bene ancora oggi lo stato d’animo di quel periodo. Avevo da poco chiuso un portone piuttosto violentemente, avevo poco più di vent’anni: una voglia matta di fare, ma soprattutto di dire, dunque ho aperto un blog.
Avere un blog dieci anni fa equivaleva ad avere un account sui social oggi, non era per tutti ma tutti ne aprivano uno: in molti si perdevano per strada, in pochi lo hanno scritto per anni, in pochissimi possono poter dire oggi di avere un blog decennale.
Devo molto al mio blog. Grazie a lui ho potuto migliorare la passione per la scrittura. Ho collaborato con giornali, riviste. Ho pubblicato due libri. Ho conosciuto i lettori, molti di loro mi hanno spinto a pubblicare contenuti, a migliorare un mestiere qual è la scrittura e renderlo per certi versi un lavoro. Grazie al mio blog ho conosciuto altri blogger che come me condividevano idee e fatti personali. Il mio blog è stato un amico, un caro amico per dieci anni, che chiamavo nel cuore della notte e ogni qualvolta ne sentissi il bisogno.
Col tempo il mio blog è diventato qualcosa di diverso. Meno diario e più vetrina. Ci ho messo dentro i miei romanzi, i miei progetti. Ho alternato periodi in cui riuscivo a scriverlo molto ad altri in cui non sentivo l’esigenza di condividere un bel niente. È la vita. Però è rimasto sempre qui, come fosse un rifugio di cui non si può fare a meno.
Un amico, una casa, un biglietto da visita. Oggi il mio blog è tutto ciò. Non segue regole precise, qui si naviga a vista, ci si gode il paesaggio. È il mio blog, la cosa migliore che mi rappresenta, almeno su internet.