Le polemiche dopo una tragedia fanno schifo.
In un periodo come quello che stiamo vivendo recentemente in cui l’Italia è colpita da continue scosse di terremoto che causano perdite umane, centinaia di migliaia di persone senza più la loro casa per chissà quanto tempo, e una tremenda psicosi – cosa che solo chi ha provato può capire -, leggere gente che si diverte a riempire Internet e i social di schifezze per il solo scopo di screditare politicamente qualcuno è deplorevole.
Si chiama sciacallaggio mediatico.
Enza Blundo senatrice della Repubblica per il Movimento 5 Stelle (commissione istruzione, ricerca e beniculturali), subito dopo la scossa ha scritto sul suo profilo Facebook queste scemenze da asilo nido qua:
Il Tg1 apre dichiarando una scossa di 7.1 e poi la declassa a 6.1, ancora menzogne per interessi economici di governo!!!
Anche il terremoto che ha distrutto L’Aquila fu “addomesticato” a 5.8 …
IL TUTTO PER NON RISARCIRE I DANNEGGIATI AL 100%.
Quando qualcuno ha fatto notare alla senatrice che l’accusa della magnitudo “abbassata ad arte per non risarcire” è una becera bufala già smontata dopo il terremoto del 24 agosto, la senatrice ha pensato bene di rimediare modificando il post, per ben tre volte: il terzo aggiornamento cambia la forma ma non la sostanza, ignorando che Facebook permette di vedere la cronologia delle modifiche effettuate.
Il mio citare un esponente politico del movimento “stellato” reo di essersi prestato all’ormai insulso teatrino che va di moda su Internet – su Facebook in particolare – dove legioni di imbecilli sfogano la loro rabbia repressa senza nemmeno informarsi dando adito a sterili polemiche, non ha una motivazione politica, è solo una breve-storia-triste che deve fare da monito a chi dopo una tragedia – che meriterebbe silenzio e rispetto – è solito impugnare il megafono dell’Internet alimentando odio e ignoranza, soprattutto per chi ha un ruolo istituzionale.